Questa è la storia di una doppia adozione internazionale, perché alcune coppie ci riescono davvero, di una famiglia, del suo iter non certo facile e le parole di “Maria” (per motivi di privacy così chiameremo questa mamma di cuore) sono una storia di tenacia.
Buona lettura!
Una storia di Adozione internazionale: Russia
Siamo Maria e Marco, insieme da quando avevamo 13 e 17 anni. Siamo cresciuti praticamente insieme, con l’idea di formare una bella e numerosa famiglia. Ci siamo sposati nel 2001 e dopo poco tempo abbiamo iniziato a pensare ai bambini. Dopo un po’ di tempo, su consiglio di un’amica ostetrica, abbiamo fatto alcuni accertamenti per vedere come mai questi bambini non arrivavano. Abbiamo così scoperto la nostra sterilità. È stato uno choc, molto doloroso, ci sembrava di dover rinunciare al nostro sogno di poter diventare genitori. Poi ci siamo messi alla ricerca della nostra strada; ci siamo detti che magari c’era un altro modo per diventarlo, non abbiamo preso in considerazione la fecondazione assistita e ci siamo subito informati per l’adozione.
Il primo incontro con l’assistente sociale ci ha sconfortati: ci sembrava tutto troppo complicato, grande, costoso per noi! Siamo rimasti un anno con la domanda ferma sul tavolo, poi un pomeriggio di giugno ci siamo detti: ma perché non proviamo? Se non sarà la scelta giusta avremo modo di fermarci.
In quei giorni, in Russia, nasceva nostro figlio… scoprimmo così che quel nostro anno di titubanza non era stato vano, ma era servito proprio per portarci lui!!!
Jari è arrivato esattamente due anni dopo quella decisione. Le cose sono andate talmente lisce da farci ben capire che era proprio la cosa giusta per noi.
Dopo quattro anni abbiamo deciso di allargare ancora la famiglia. Questa seconda adozione è stata quasi più combattuta della prima, soprattutto per me, in quanto ero piena di dubbi e paure e quanto l’adozione di Jari è stata veloce e liscia, tanto quella di Daniel è stata sofferta e piena di ostacoli.
Siamo voluti tornare in Russia, perchè per noi era importante che i bambini avessero la stessa “storia”, ma le richieste da parte del giudice russo sembravano davvero non finire mai.
Siamo partiti senza nessuna certezza, anzi, preparati al peggio e ascoltare la sentenza positiva è stata quasi un’incredibile sorpresa!
Ora siamo qui, felicemente in quattro pronti a “goderci” la vita, con tutte le sorprese che vorrà riservarci, sperando che siano solo positive!
Cosa ha significato per voi l’adozione?
L’adozione per noi è stata il coronamento di un sogno, ma anche la piena realizzazione di ciò che dovevamo essere. È stata la cosa più bella che ci potesse capitare.
Qual è stata la difficoltà maggiore durante il percorso dell’adozione internazionale e nella vostra vita di famiglia adottiva?
In entrambe le nostre adozioni la difficoltà maggiore è stata l’attesa tra il primo e il secondo viaggio (in Russia passano almeno un paio di mesi tra la il primo incontro con il bimbo e la sentenza del giudice). Aver abbracciato il tuo bimbo e non sapere niente di lui è davvero pesante. Soprattutto con Daniel, a causa di un rischio giuridico, i tempi sono stati lunghi e pieni di notizie sconfortanti.
Una volta a casa, invece, fortunatamente non abbiamo incontrato grandi difficoltà, se non quelle tipiche di ogni famiglia alle prese con capricci o liti.
Come vi state preparando al momento in cui racconterete a vostro figlio dell’adozione o come avete raccontato a vostro figlio dell’adozione?
Jari, il nostro primo bimbo, è arrivato a neanche due anni. Gli abbiamo sempre raccontato la storia di due genitori pirati alla ricerca del tesoro, che dopo tante avventure trovano in Russia. Gli abbiamo raccontato delle persone che ci hanno portato a lui, mostrandogli sempre video e foto; abbiamo fatto tantissime volte il gioco di lui che sbucava dalla mia pancia, anche fino a poco tempo fa, quando ridendo mi ha fatto notare che ormai, a quasi 11 anni, non ci sta proprio più!
Daniel, invece, è arrivato a quasi sei anni; lui ricorda tutto dell’istituto e stiamo cercando di rimettere insieme i pezzetti della sua storia. Non sappiamo granché di cosa gli venisse detto, non ne parla volentieri, vuole solo essere sicuro che ormai starà sempre con noi.
Cerchiamo, per quanto possibile, di mantenerli orgogliosi delle loro origini e della loro storia, anche se sappiamo che arriveranno le domande, la rabbia, le ferite.
Quali consigli dareste alle coppie che si affacciano al mondo dell’adozione nazionale e dell’adozione internazionale?
Il primo consiglio che ci sentiamo di dare è quello di armarsi di tanta pazienza, in tutti i sensi: pazienza con i servizi, con gli operatori, con la burocrazia, con le attese e infine con i bambini. Pazienza e “apertura”: evitare il più possibile pregiudizi e aspettative: con i servizi, con gli operatori, con la burocrazia, con le attese e infine con i bambini.
Ogni momento, ogni passaggio, infatti, è importante e significativo e può darci qualcosa.
Un altro consiglio è quello di non basarsi tanto sulle esperienze degli altri: e’ bello e utile condividere, senza dubbio, ma occorre sempre ricordare che ogni storia è a sé e dipende da tante cose. Ognuno percorre la propria strada a modo suo e a volte i paragoni non aiutano affatto, anzi…
Il terzo consiglio è quello di scegliere con cura l’ente a cui affidare il proprio cammino, nel caso dell’adozione internazionale. È un momento molto importante e la fiducia deve essere piena e totale.
L’ultimo consiglio è quello di buttarsi lasciando da parte ogni pregiudizio. Non pensare solo a bimbi piccoli (poi quando un bambino può dirsi grande?) perché se è vero che ci siamo persi i loro primi passi o le prime parole, ci saranno i primi passi con noi, mano nella mano, e ci sarà quella prima volta in cui pronunceranno il nome “mamma“, non perché qualcuno l’ha detto loro, ma perché ci riconoscono come tali… e sarà davvero impagabile!!!
Se doveste scegliere un oggetto che rappresenta un momento importante del vostro percorso o che descrive la vostra famiglia cosa scegliereste?
Un oggetto importante per le nostre adozioni, sono i due barattolini con la terra presa fuori dai loro istituti e conservata gelosamente nelle loro camerette.
Per quanto riguarda la nostra famiglia, invece, mi piace scegliere una foto: la prima scattata in quattro, appena preso Daniel, ancora prima di uscire dall’istituto. Mi piace perché rappresenta l’inizio del nostro cammino in quattro.
Descrivete con un colore la decisione di adottare, l’attesa e la vostra famiglia adottiva
La decisione di adottare è verde, come la speranza.
L’attesa è grigia, perché indefinita.
La nostra famiglia di tutti i colori, perché siamo felici, ma abbiamo anche le sfumature!
Photo Credit: “Maria”