I miei occhi hanno incontrato per la prima volta quelli di mio figlio in una stanza dalle pareti colorate alla presenza della nostra assistente sociale e di altri operatori. Non è stato un incontro intimo, tanti occhi intorno a noi hanno scrutato il nostro “parto adottivo”. Nessuna contrazione, nessun urlo, nessuna spinta ma solo il mio cuore che rimbombava nel mio petto e le gambe tremanti nell’attesa di conoscere Tommaso. E’ arrivato accompagnato da un’educatrice, seduto sul suo suo passeggino.
Riconoscersi= Individuarsi vicendevolmente come già noti
Conoscere nostro figlio
Quando la porta si è aperta i suoi occhi tra il verde e l’azzurro del mare, incastonati come due rubini in un visino tondo e diafano, hanno incontrato i miei. In quello stesso istante lui conosceva me ed io conoscevo lui, ci stavamo ri-conoscendo. Io e mio marito ci siamo avvicinati al passeggino, mi sono chinata alla sua altezza ed in quel momento i suoi occhi sono diventati un universo in cui perdermi. Ho avvicinato la mia mano alla sua e con la sua mano piccolina ma tozza mi ha stretto forte. Ricordo benissimo che in quel momento pensai che non stava solo stringendo il mio dito ma stava stringendo il mio cuore, stava cancellando il dolore di quei mesi di sofferenza, la paura di non farcela, la sua assenza. L’ho preso subito in braccio, e mi sono avvicinata a mio marito. Io e lui e tra di noi finalmente nostro figlio.
Non ricordo le parole che ci siamo detti forse perché siamo rimasti in silenzio per qualche minuto quasi a non voler rovinare quell’alchimia. Anche se la stanza in cui ci “siamo partoriti” era affollata di operatori a me è sembrato di essere sola, come se tutto intorno avesse smesso di esistere. Solo dopo i primi minuti mi resi nuovamente conto che avevamo spettatori. Occhi che curiosi e commossi osservavano il miracolo dell’adozione come ogni giorno ginecologi ed ostetrici osservano il miracolo della vita in centinaia di sale parto. In quella stanza dalle pareti arancioni e azzurre ho provato l’emozione di incontrare per la prima volta mio figlio, di annusarlo, di toccarlo, accarezzarlo e baciarlo. Gli ho dato il biberon la prima volta e gli ho cambiato il primo pannolino, l’ho visto sorridere per la prima volta. Ed io per la prima volta mi sono sentita un po’ più mamma.
In quella stanza sono diventata mamma
Sono state due ore per cui è valsa la pena aspettare, attendere, prepararsi, immaginare e sognare. Sono stati i momenti in cui ho capito che per quel frugoletto che avevo tra le braccia avrei desiderato sempre e solo il meglio. Sono diventata mamma in quella stanza, sono diventata la sua mamma. Ogni giorno guardo la nostra prima foto in tre, il nostro incontro, l’abbiamo posizionata all’ingresso in casa per ricordarci sempre da dove tutto ha avuto inizio.
Un parto meraviglioso che ha la stessa dignità di tutti gli altri parti che avvengono in ospedale…
Grazie per questo messaggio regala forza, carica e pazienza a chi questo incontro lo aspetta da anni buona vita!
Marianna mai perdere la speranza e la carica giusta per affrontare l’attesa. Ricorda che in compagnia di buone compagne di viaggio come ho scritto proprio in un mio post l’attesa è meno faticosa. Questo blog vuole essere soprattutto questo: un luogo dove confrontarsi e condividere gioie e dolori di questo percorso.
Io sono diventata mamma sotto il cielo limpido del Congo in un cortile sterrato e pieno di sole tRa palme e cori di bimbi in sottofondo. …lui è venuto verso di noi,noi verso lui piano….aveva 5 anni ed è stato amore a prima vista
Ho incontrato mia figlia accompagnata dall’assistente sociale. Ricordo benissimo ogni passo fatto per arrivare da lei, dall’apertura della porta di casa all’arrivo nella stanza in cui era. Tutte le ansie e le paure a cui non avevo quasi mai pensato durante il percorso preadottivo in quei pochi passi erano reali, così come sapevo era reale mia figlia che mi aspettava. Prima di entrare nella stanza in cui sapevo l’avrei vista mi sono fermata, consapevole che quello era un punto di non ritorno. Poi ho varcato la soglia… e tutto si è fermato. Non pensavo sarebbe stato possibile, ma a stento ho respirato quando i miei occhi hanno incontrato i suoi. Stava bevendo il latte e ha guardato dalla nostra parte, incuriosita dal nostro arrivo. Sono diventata mamma persa nel suo sguardo, tra le lacrime che non sono più riuscita a trattenere.
Complimenti per il blog, mi hai emozionata!
Mi sono ritrovata in moltissimi passaggi. Per noi è il momento del l’attesa del decreto di idoneità (in cuor nostro sappiamo che sarà così..). leggere del vostro primo incontro è stato meraviglioso, ci regalare tanta forza…
Grazie per averlo condiviso.
Grazie a te Cassiopea per avermi scritto!!! Regalare forza e speranza è uno degli obiettivi del blog!!! Perché leggere storie di chi ci è riuscito aiuta ad andare avanti anche quando ci sembra difficile! Aggiornaci sul decreto appena avrai notizie!!! Un abbraccio e un grande in bocca al lupo!!!
Che emozione! Mi sono riconosciuta in questa tua descrizione.La conoscenza di mia figlia e’ avvenuta più o meno allo stesso modo.Grazie per avermi fatto rivivere quelle belle emozioni.