Ho sempre provato un certo fastidio per la domanda che mi sono sentita rivolgere più spesso negli anni precedenti l’adozione: “Quando farete un figlio?”. La prima volta mi fu rivolta di ritorno dal viaggio di nozze, con l’abbronzatura ancora fresca di vacanza e una vita da giovane sposa ancora da iniziare. Sorrisi, pensando che non sarebbe mancato molto perché un figlio era la cosa che più desideravamo io e mio marito. Era la naturale prosecuzione che ci aspettavamo. I mesi passarono e la domanda ci veniva fatta sempre più spesso, il nostro desiderio di avere subito dei figli era noto a molti e le domande di conseguenza venivano da sé. Domande che accolsi con disinvoltura nei primi mesi ma che diventarono sempre più pesanti con il passare del tempo. Mi infastidivano e mi innervosivano sempre più. Abbozzavo risposte fredde e di circostanza. Mi sembrava che qualcuno mi stesse prendendo i tempi come in una corsa alla quale non mi ero resa conto di partecipare. E cosi arrivò il nostro primo Natale da sposati, ricordo perfettamente di aver pensato che il Natale successivo saremmo stati sicuramente in tre, che avremmo scartato regali per il nostro bambino e festeggiato felici. Era un’idea in cui mi cullavo, mi ripetevo che sarebbe stata solo questione di tempo e presto anche noi avremmo detto ad amici e parenti: “Aspettiamo un bambino”.
Infertilità: il verdetto del medico
Finito l’inverno arrivò la primavera, la peggiore della mia vita, una primavera che gelò i nostri sogni. Da quel momento in poi ogni qualvolta mi veniva posta quella maledetta domanda, il mio cuore sanguinava, le viscere si aggrovigliavano e la testa cercava una risposta di senso compiuto. Spesso rispondevo che avremmo avuto un figlio quando qualcuno dall’alto avesse deciso che era il nostro momento, invece avrei voluto solo sputare tutta la rabbia che avevo dentro e zittire l’interlocutore curioso.
Domande, stupide frasi e consigli
Dalla generica domanda si passò ai consigli, alcuni sensati, altri quasi da stregoneria ed infine alla frase che credo la gente dica per riempire un vuoto che diversamente non saprebbe come riempire: “Vedrai che quando non ci penserai più rimarrai incinta”. La peggior frase che si possa dire a chi desidera ardentemente un figlio. Perché è impossibile non pensarci, non svegliarsi con in testa quel pensiero che non ti abbandona mai, non pensare al verdetto di quel medico che con aria tanto disinvolta ti ha comunicato che in maniera naturale tu e tuo marito non potrete avere figli. Il peggio viene quando a dirti questa frase sono le persone a te più care, quelle a cui dovrai prima o poi dire che non è una questione di pensarci troppo ma di un oggettivo impedimento analizzato scientificamente. Nella mia mente rimbombava quella sentenza ogni qualvolta mi veniva detto di non pensarci. Avrei voluto gridare una volta per tutte di smettere di dirmi quella stupida frase, di smettere di parlare, di dare consigli idioti e anche di parlarmi. Mi sarei chiusa nel mio silenzio e nel mio dolore.
Le uniche persone che non mi chiesero mai nulla direttamente ma so per certo che avevano capito tutto furono le mie nonne: una so che da Lassù mi guarda e l’altra oggi è una splendida nonna bis alla quale si illuminano gli occhi ogni volta che mio figlio la guarda e le sorride.
La saggezza degli anziani per me è anche questa: lasciare che le cose accadano, guardarle evolversi rimanendo in silenzio.
Illustrazione: © Giulia Salza
Innanzitutto complimenti…non è da tutti mettersi a nudo e mettere nero su bianco tutto ciò che è nella testa e nel cuore.
Secondo poi grazie…leggendo ho trovato scritto tutto ciò che sto vivendo e tutto ciò che è in me e non riesco a condividere con nessuno. Non c’è niente da fare, può capire solo chi è passato per la tua stessa strada.
Dopo aver capito che anche per me e mio marito non c’era altra strada se non quella della fecondazione assistita, abbiamo deciso (più che altro ho aspettato che ne fosse convinto anche mio marito…) di unire il nostro dolore a quello di un bambino senza famiglia e dargliene una noi.
Abbiamo appena finito il corso preadozione e presto porteremo la nostra domanda al Tribunale dei Minori di Roma e leggere la tua esperienza non ha fatto altro che darmi speranza e soprattutto mi ha fatto sentire meno sola.
Tantissimi auguri per tutto a te, tuo marito ed al tuo piccolo.
Claudia
Claudia grazie per le tue parole. Il blog è nato soprattutto per condividere con chi sta vivendo questo percorso la mia storia. Ho visto sulla mia pelle che avere “compagne di viaggio” in questo percorso è importante ed è un gran valore aggiunto. Alcune emozioni e sensazioni possono capirle solo persone che ci sono passate. In bocca al lupo anche a te e tuo marito. Continua a seguire il blog e se avrai voglia potrai raccontarci come procede il tuo percorso! Un abbraccio
Ho vissuto il tuo stesso dolore. Posso comprendere bene quello che hai passato. Mi ritrovo in ogni articolo che hai pubblicato. Grazie di aver creato questo blog.
Grazie Alice, è sempre bello ritrovarsi nelle parole degli altri e sapere che c’è qualcuno che può comprendere il dolore che passiamo.
E come si fa a decidere … vedo negli sguardi di ogni persona che mi conosce la curiosità di sapere perché ancora non ho avuto un bambino perché quella pancia sia solo ciccia e non il miracolo che tutti si aspettano… ho la possibilità di una fecondazione assistita… e penso almeno potrebbe/ro nascere da me… sarebbe/ro soprattutto parte di mio marito… sarebbe troppo egoista o assurdo? Poi però penso che adottare un neonato abbandonato e dargli invece tutto l’amore che merita sia più giusto … e poi bo la mia mente si affolla e l’unica cosa che riesco a pensare e che non mi sarei mai voluta trovare in questa situazione che non è facile da spiegare e che comunque solo tu puoi capire a fondo… e piango ogni giorno.. io voglio farcela con tutta me stessa perché quando un giorno finalmente accadrà voglio essere una mamma felice.. ma per adesso non riesco a trovare la giusta strada… la mia fortuna é avere accanto un marito che è parte di me, mi legge nel profondo dell’anima, sa chi sono e cosa desidero veramente… è la mia roccia e non per modo di dire…
Grazie per aver condiviso con noi i tuoi pensieri. Non è questione di che cosa è più giusto tra adozione e fecondazione, sono due strade diverse per diventare genitori. Devi capire quale è quella che più si adatta alla vostra coppia. Io ho capito che l’adozione era la nostra strada, è stato un percorso fatto di piccoli passi. Non forzarti, datti il tempo per capire, e soprattutto per accettare la storia che stai vivendo che ora ti fa soffrire così tanto. So benissimo che si piange ogni giorno, che il primo pensiero del giorno è sempre lo stesso e che ci sono giorni pesanti in cui tutto ti ricorda che tu un figlio non ce l’hai. Posso solo dirti di tenere duro, di non perdervi come coppia, e di guardare davvero dentro di voi per capire se nel vostro cuore e nelle vostre vite c’è posto per accogliere un figlio che non avete generato. Se nella tua zona ci sono gruppi di famiglie che attendono l’adozione puoi provare a frequentarli, in questo caso il confronto con altre coppie aiuta a sentirsi meno soli e più compresi! Un abbraccio
Ciao Dany. Io avevo i tuoi stessi dubbi, ho fatto qualche tentativo di fecondazione assistita, ma non è andato a buon fine. L’ esito negativo delle fecondazioni mi faceva soffrire moltissimo. Poi in me è successo qualcosa…. Semplicemente osservando una mamma adottiva e sua figlia, notando quanto amore e quanta complicità c’ era nei loro sguardi, ho capito che avrei voluto vivere quell’amore. Riguardo ai pianti, al desiderio di essere madre e a sentirsi a disagio per gli sguardi della gente posso dirti che anche per me è stato così. Adesso che sto vivendo l’ iter dell’adozione quel dolore sta sempre più andando via. Un abbraccio
Tutta la mia stima e un immenso “grazie”. Noi non abbiamo avuto una diagnosi certa ed è persino peggio… Perché non pensarci è impossibile ma siamo sulla barca dell’adozione e ora di quella internazionale in Bulgaria.
Annarita grazie a te per aver dedicato del tempo a questo blog. Vai avanti fiduciosa su questo percorso!!! Non si può certo dimenticare la propria storia di infertilità, con il tempo però il dolore che provi per questo si affievolisce, non scompare, impari a viverci. E quando stringerai tra le tue braccia tuo figlio penserai solo che sia valsa la pena aver atteso tanto per conoscerlo!!! In bocca al lupo!!!