Ci sono viaggi che fatti in compagnia sono decisamente migliori che fatti in solitudine. Quello dell’adozione è uno di questi viaggi. Quando abbiamo deciso di adottare i nostri amici avevano già tutti figli biologici, chi uno, chi due, chi tre. Insomma erano già tutti sul treno dei genitori. Io mi sentivo un pesce fuor d’acqua nelle conversazioni durante le nostre uscite: gravidanza, nausee, ecografie, pannolini, svezzamento, asilo e via di seguito. Non avevo nulla da dire, ma solo tanta voglia di tapparmi le orecchie. Avrei voluto qualcuno con cui condividere quello che stavo vivendo, qualcuno che mi capisse davvero quando mi dispiacevo per l’ennesimo ciclo arrivato puntuale, qualcuno che mi consolasse nei momenti di incertezza o semplicemente qualcuno che camminasse con me in quest’avventura. Certo non ero sola perché c’era mio marito ma non era un marito in quei momenti che mi mancava, mi mancava un’amica. Sono certa che da Lassù qualcuno deve aver ascoltato le mie preghiere e così in un corso per iniziare a fare volontariato in una casa famiglia ho incontrato lei: Tina. Era seduta accanto al marito, i suoi occhi tra l’azzurro, il verde e il grigio velati di una leggera ma disarmante malinconia mi colpirono subito.
La osservai per tutto il tempo precedente l’incontro che stava per iniziare, non riuscivo a smettere di guardare quegli occhi che mi sembravano stessero vivendo quello che stavo vivendo io, ero sicura che anche lei era una mamma di cuore in attesa. In lei tutto sembrava dirmi questo. Ma forse ero solo io che ricercavo disperatamente qualcuno tra la gente che incontravo che fosse in cammino verso l’adozione.
L’inizio di un’amicizia
Il corso cominciò e ogni coppia a turno si raccontò brevemente. Venne anche il turno di Tina e di suo marito Marco ed ebbi un sussulto al cuore. Non avevo sbagliato per niente, il mio intuito, o forse il mio cuore, ci aveva visto benissimo. Tina era in attesa di diventare mamma di cuore, avevano già dato mandato all’ente per l’adozione internazionale ed erano instradati per la Cina. Mentre lo diceva si toccava con le mani la frangetta che a tratti le copriva il viso e che lasciava scoperti quegli occhi che avevo saputo leggere perfettamente. All’improvviso quella stanza in cui in quel freddo dicembre facevamo il corso mi sembrò scaldarsi. La sua pacatezza e compostezza mi rassicurarono. Terminato l’incontro, mentre eravamo già fuori, con la mia solita sfrontatezza la fermai. Le dissi che anche noi volevamo presentare la domanda ma che al momento non ci eravamo ancora messi in movimento. Credo che un’altra persona mi avrebbe probabilmente abbozzato una risposta di circostanza ma lei no. Ci presentammo e iniziammo a parlare come se ci conoscessimo da tempo. Non avevo mai provato una sensazione di intesa così intima con una persona appena conosciuta. Lei e il marito furono così disponibili con noi, ci raccontarono in breve la loro esperienza e ci indicarono i passi pratici per presentare la domanda.
Quello che fino ad allora avevo letto essere un’impresa difficilissima, una lungaggine infinita divenne all’improvviso qualcosa di sorprendentemente realizzabile. La dolcezza con cui si poneva nei miei confronti mi rasserenò. Terminata la chiacchierata ci eravamo scambiate indirizzo mail e numero di telefono.
Il primo appuntamento tra due amiche
Ritornai a casa consapevole che non sarai più stata sola. E fu davvero così perché dopo quella serata ci rivedemmo nuovamente all’incontro successivo, e a quello dopo e per l’ultimo incontro andammo a cena fuori tutti e quattro. Lo definirei “il nostro primo appuntamento” , espressione che solitamente si usa solo per i fidanzati non per le amiche. E invece per noi quello fu davvero il primo appuntamento, quello in cui ci si racconta, si parla di sé, delle proprie esperienze. In poco meno di due ore raccontai a Tina quello che alle mie più care amiche non avevo raccontato: la sofferenza per questo figlio che non arrivava, le visite, gli esami, il dolore lancinante di alcuni giorni, la paura di non farcela e la voglia di aprire il nostro cuore ad un figlio adottivo. Da quel giorno tutto è stato più facile, come solo può esserlo quando incontri un’Amica, ci siamo sostenute e incoraggiate, ci siamo scambiate mail chilometriche, what’s app di buongiorno quotidiano, condiviso cene, pranzi e passeggiate. Fiumi di parole e di amicizia. E poi dopo tanta attesa abbiamo condiviso la gioia più bella: quella di essere diventate mamme di cuore a meno di un anno una dall’altra. Continuiamo a camminare sempre insieme perché l’adozione è un viaggio che dura una vita intera e in compagnia è tutto più bello.
Ciao Sveva,
Ho scoperto il tuo blog da poco, grazie per le tue parole, sono di conforto e di aiuto .Io non ho ancora avuto la benedizione di avere un ‘amica nella mia stessa situazione con cui condividere questo cammino e spesso, quasi sempre, mi sento molto sola . Leggere il tuo blog aiuta.
Grazie
Fabia sono contenta che questo blog ti sia di aiuto e conforto, perché so quanto è importante sentirsi compresi in certe situazioni. Qui potrai trovare supporto quando ti senti sola!!! Se hai bisogno scrivimi via mail e sarò ben felice di sostenerti!!!
Innanzitutto grazie,grazie,grazie cara Sveva. Non sai quante volte “vengo” a leggere il tuo blog. Ho concluso l’iter per l’adozione da tre mesi, ma aspetto ancora il decreto di idoneità. Vedo tutte le coppie che si sono sposate dopo di noi con figli e noi sempre in trepidante attesa di un lieto evento nella nostra vita. Mi chiedo, a volte, se questo cammino ci porterà a concretizzare il nostro sogno di famiglia.
Grazie Alice, se ritorni sul nostro blog vuol dire che stiamo riuscendo nel nostro obiettivo di creare un luogo in cui condividere e scambiare emozioni. Sai bene che ti capisco, so bene cosa provi quando un’amica rimane incinta e poi partorisce. Sei felice per loro ma il tuo vuoto ogni volta risuona. Posso solo dirti di credere fino in fondo al vostro sogno. Le compagne di viaggio sono un aiuto importantissimo, quelle reali ma anche quelle virtuali. Ci trovi anche su Facebook! Ti aspettiamo, un grande augurio di Buon Natale che possa essere l’ultimo in attesa!! Un abbraccio
Mi manca tanto la possibilità di condividere il percorso dell’adozione. Io conosco solo coppie che hanno già adottato, che ormai sono immersi nel loro tram tram, un po’ per esorcizzare il dolore preferiscono non addentrarsi nei ricordi… Dove abitiamo non è stato ancora formato il gruppo dei genitori in attesa e io e mio marito ci sentiamo degli zombie… possiamo parlarne solo tra noi, chi non ha fatto questo percorso non può capire… Abbiamo ottenuto il decreto in soli 7 mesi e poi il vuoto, perché gli enti che abbiamo visitato mettono paletti ad ogni passo… siamo davvero affaticati…
Paola grazie per la tua condivisione, i momenti di sconforto certo non mancano in questo percorso ma non bisogna abbattersi o lasciarsi prendere dalla stanchezza. Quanto alla possibilità di trovare qualche gruppo di sostegno potresti informarti con la tua equipe se è a conoscenza di gruppi che si incontrano anche in paesi vicini. Ovviamente per consigli e sostegno puoi scriverci anche sulla nostra pagina Facebook, ci sono tante mamme in attesa che saranno felici di condividere con te la loro esperienza. Un grande in bocca al lupo e non mollate!!!
Grazie Sveva, anche ieri ho chiesto notizie all’assistente sociale sulla possibilità di frequentare gruppi di genitori in attesa (via e.mail e non per telefono perché dice che è sempre incasinata), ma naturalmente non mi ha nemmeno risposto, né sì, né no… il vuoto! Mi iscriverò alla pagina di Facebook di sicuro, un abbraccio.
Ciao Paola! Ti capisco anche io mi trovo nella stessa situazione…nessun amico che come noi stia adottando e nessun gruppo .Noi abbiamo appena depositato il dossier e ora bisogna aspettare…io mi propongono come “amica a distanza” se vuoi..ahahah non so dove vivi ma se vuoi condividere ci sono!! Per e-mail, Facebook, su questo bellissimo sito… dove vuoi!!! Un abbraccioooo Fabia
Grazie Fabia! Noi siamo una coppia un po’ sbilanciata perché io sono più grande di mio marito e questo ci crea problemi con l’estero, per cui stiamo inviando le ultime richieste ai vari tribunali d’Italia… Avremmo già dato incarico ad un ente fin da ottobre ma… ci ha disorientato il fatto che nonostante la legge italiana ci abbia concesso l’idoneità per bambini 0-6 e che paesi dove potremmo rivolgerci come il Vietnam (che non pone limiti per la nostra differenza di età)… gli enti italiani con cui abbiamo parlato (in base ad un’etica tutta loro) ci impediscono di accedere al Vietnam… tanto non abbiamo comunque difficoltà ed ostacoli e dolori, ci si mettono pure loro a porre limiti inutili… in pratica ci rimangono come scelta solo due paesi e le problematiche di questi due paesi ci hanno intimorito e stiamo prendendo tempo per riflettere.
caspita mi dispiace ….effettivamente se avete ottenuto l’idoneità dallo stato italiano , non capisco la reticenza dell’ente a cui vi siete rivolti..
Capisco che alcuni paesi siano più’ complicati di altri e ci sono valutazioni importanti da fare, ci siamo passati tutti probabilmente.
Vi auguro di trovare presto la vostra strada
Un abbraccio
Grazie per le parole di sostegno.